lavorazione tessuti 20 Luglio 2018

L’industria tessile è un’attività dalla lunga storia e tradizione, un processo che si è evoluto nel corso dei secoli per assumere la forma che vediamo oggi. Il viaggio dello sviluppo tecnologico non si è però fermato, è tutt’oggi in corso, introducendo nuove innovazioni e concretizzando nuove idee nel confezionamento dei tessuti e nel loro trattamento di finissaggio. Vediamo alcune di queste tecnologie e di questi progetti che spiccano per la loro brillantezza. Fare una maglietta non significa solo intrecciare delle fibre e dare loro una forma: significa pensare a come renderla confortevole, appariscente e a volte perfino utile per chi la indossa. Ad esempio, Kloters, startup italiana, ha inventato RepAir, una maglietta dotata di un filtro in grado di assorbire inquinanti, permettendo a chi la indossa di contribuire all’ambiente cittadino semplicemente andando in giro, con una t-shirt dal look sempreverde e con una tecnologia che permette di assorbire le molecole inquinanti o maleodoranti e di scomporle immediatamente senza alcun effetto secondario e spiacevole per chi la indossa. Le cosmetofibre, invece, sono fibre tessili dotate di microcapsule che, di volta in volta, rilasceranno sostanze per ottenere effetti vari  semplicemente indossando il capo d’abbigliamento: reidratazione, dimagrimento, rassodamento, abbronzatura e rilassamento, ma anche protezione da acari, tarme, insetti e odori, e rilascio di profumi con diverse essenze. Ma non solo innovazioni a monte della produzione tessile: anche nel corso dei processi di nobilitazione e finissaggio sono subentrate novità hi-tech per prodotti specializzati e di nicchia. ‘Autopulitura’ di un tessuto sembra un termine fantascientifico, ma è una realtà grazie a NanoSphere, un ritrovato di nanotecnologia applicabile al tessuto in fase di finissaggio. Prendendo spunto dalla Natura, dalla capacità di alcune piante e delle ali di certi insetti di far scivolare via le gocce d’acqua, sono state create queste nanoparticelle che formano una peculiare superficie sullo strato più esterno del tessuto, permettendo alle gocce di scivolare via: questo si traduce nell’impedire a oli o salse di legarsi alle fibre e macchiarle. Coldblack, invece, è un modo per ovviare alla proprietà dei colori scuri di assorbire tutto lo spettro della luce, generando quindi molto calore sotto il sole e quindi disagio per chi lo indossa. Pensato soprattutto per gli atleti che devono indossare una certa livrea a prescindere da quanto caldo faccia, Coldblack tratta la superficie dei tessuti in modo tale da aumentare il loro potere riflettente e migliorare la dispersione termica; questa capacità di riflessione fornisce anche una protezione solare comparabile a quella di una crema solare protezione 30. Sempre per il comfort è stato inventato il metodo 3XDRY®, un trattamento di nobilitazione che permette al lato esterno del tessuto di non far infiltrare l’umidità ambientale, mentre quello interno riesce a far passare l’umidità del corpo, permettendo il suo assorbimento e dispersione per un comfort unico; in parallelo, rende il capo d’abbigliamento rapidissimo da asciugare. Il mondo tessile è in costante evoluzione, ma non bisogna dimenticare da dove siamo partiti. Texcene combina macchine di marchi storici con la costante ricerca di nostri laboratori.