processi tintoriali e di finissaggio di reparto 30 Ottobre 2020

La tintura di tessuti non è solo un fatto di chimica. Per quanto sia indiscutibile la necessità di comprendere come le molecole di colorante si leghino alle fibre di tessuto e che oggi molti coloranti siano di natura sintetica, la biologia ha giocato un ruolo importantissimo nel corso dei secoli e può ancora offrire soluzioni innovative per il settore.

In origine, infatti, la tintura era effettuata in modo 100% naturale, ricavando i colori da piante, insetti e molluschi, oltre che da minerali.

Con la crescita dei quantitativi dei tessuti da tingere e la velocizzazione dei cambi nella moda, l’utilizzo di tinture naturale è diventato sempre più impossibile, cedendo il passo ai coloranti sintetici, la cui era è stata inaugurata nel 1856 da William Perkin con la creazione della porpora di anilina.

Se questa svolta ha permesso di sostenere i ritmi imposti da un mercato sempre più esigente e veloce, l’altra faccia della medaglia sono state le conseguenze ambientali: la moda è uno dei settori che consuma più acqua in tutto il mondo e quindi le sostanze coloranti devono essere attentamente selezionate per evitare danni e contaminazioni.

Da una parte, la ricerca scientifica si è impegnata a trovare nuove soluzioni per la tintura dei tessuti ed è quindi che il cerchio si chiude con il ritorno alla biologia. Per la precisione, la parola chiave è microbiologia: diversi laboratori e startup hanno individuato nei batteri il futuro della tintoria.

Ma come possono dei batteri tingere i tessuti? Una delle loro caratteristiche chiave è la loro capacità di moltiplicarsi in modo esponenziale e ciò li fa dei perfetti vettori per duplicare sostanze coloranti.

Attraverso opere di micro-ingegneria si possono legare le sostanze coloranti di animali o piante, per poi accelerare la crescita dei batteri, separarli dai coloranti e ottenere grandi quantitativi di tintura naturale con un impatto ambientale pressoché nullo.

Dall’altra parte, le aziende si sono mosse per minimizzare il proprio impatto ambientale.

Texcene ha aderito alla Campagna DETOX di Greenpeace per l’eliminazione dalla moda delle sostanze pericolose e ha adottato soluzioni tecnologiche, come i sistemi di depurazione e gli impianti a energia pulita, per tutelare l’ambiente e garantire contemporaneamente lavorazioni eccellenti.

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